sabato 22 ottobre 2011

DENTI DEVITALIZZATI? MEGLIO TOGLIERLI


Che cos’è un dente devitalizzato? E’ una cancrena controllata!
Fino a 20 anni fa alla professione odontoiatrica piaceva pensare che fosse una mummificazione del dente morto completamente riuscita, che non provocasse il seppur minimo rilascio tossico nell’organismo.
Ma ora tre tipi di analisi cliniche hanno smentito ciò:
  • Per prima cosa, tutti i denti devitalizzati risultano infetti da potenti batteri anaerobici, al cui confronto le tossine del tetano o del botulismo sembrano pargoletti innocui.
  • Per seconda cosa, il prof. Boyd Haley ha misurato il rilascio cronico nell’organismo di basse dosi di tossine del metabolismo dei batteri presenti nei denti devitalizzati.
  • Per terza cosa, il Prof. Jerry Bouquot ha dimostrato con l’analisi sonografica applicata alla mandibola (“Cavitat”) che il 100% dei denti devitalizzati accumula negli anni sull’osso adiacente livelli crescenti di metaboliti dell’infiammazione che portano ad osteonecrosi ed infezioni ossee gradualmente progressive (cavitazioni ossee).
L’unico successo di cui la devitalizzazione si può veramente vantare è che, avendo ucciso il dente e avendo intossicato chimicamente il dente e i tessuti circostanti, il tessuto non ha più la possibilità di dare reazioni locali al micro-marciume e all’infiammazione cronica che è lì e che da lì può iniziare ad invadere l’organismo.
Perché c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto?
Un pezzo di carne morta marcisce dopo un po’, diventa strano, lo stesso succede ai canali secondari di polpa che il dentista non ha proprio visto quando andava a fare la devitalizzazione.
Non li ha visti e quindi non li ha rimossi perché è proprio una impossibilità stabilire un contatto visivo o manuale con il delta di canalicoli secondari alla radice del dente oppure con i canalicoli secondari che terminano nelle pareti del dente.
Questi canali secondari di polpa sono super soggetti alla putrefazione e si trasformano in materiale batterico anaerobico.
Un altro motivo per il quale c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto è che quando la devitalizzazione era stata fatta, si vedeva nella radiografia un fenomeno di infezione che appariva sull’osso dove il dente si appoggiava.
Il dentista che ha fatto la devitalizzazione ha solo toccato con i suoi strumenti di sterilizzazione le due o tre radici principali del dente. Ha ucciso il dente e l’infezione è scomparsa? No. E’ l’infezione ACUTA che è scomparsa, ma quella cronica, e il marciume e l’infiammazione che cresce come pelle sul micro-marciume sono ancora nell’osso.
Micro-marciume sull’osso adiacente che non si vede nell’ortopanoramica. Molte cose non si vedono nell’ortopanoramica. Nemmeno una degenerazione del nervo di un dente, devitalizzato o no, si vedono nell’ortopanoramica.
Ma il fenomeno di osteonecrosi cronica dell’osso adiacente al dente devitalizzato viene rilevato con TAC o sonografia ossea. Quest’ultima, chiamata “Cavitat”, ha dimostrato che il 100% dei siti con denti devitalizzati hanno questa osteonecrosi. Ergo, la presenza del dente devitalizzato sta creando degenerazione dell’osso, vascolite e metaboliti delle vascoliti e metaboliti della necrosi (come dimostrato tra gli altri autori dal prof. Jerry Bouquot e dal prof. Boyd Haley).
Ora il dentista, quella schifezza nell’osso, che ha colonizzato l’osso, non l’ha mai raggiunta, ha fatto solo tre buchi perpendicolari nel dente e impedito chimicamente con tossine che al dente mai venisse in mente di reagire a qualsiasi disastro e marciume futuro.
L’osso adiacente ai denti devitalizzati viene colonizzato da micromarciume nel 100% dei casi!
L’organismo crea un bozzolo di contenimento contro questi denti devitalizzati.
In ogni caso, mantenere questo schermo protettivo significa però che ogni giorno una percentuale consistente delle capacità operative dell’organismo, per es. il 20%, devono essere assegnate quasi automaticamente a tenere su questo bozzolo di contenimento.
Ecco dunque il primo contributo alle malattie e i piccoli disturbi: il sacrificio di una importante aliquota della capacità operativa del sistema biologico.
Quando uno poi si indebolisce un po’, questo bozzolo può disintegrarsi e allora si può arrivare a problematiche davvero eclatanti, tumori al seno o altre malattie infiammatorie serie.
Ovviamente laddove l’operatività del sistema di regolazione non sarà ancora scesa sotto un valore soglia minimo, non ci sarà alcuna apparente conseguenza, nessuna malattia conclamata in nessun organo.
L’innesco della patologia causata dai denti devitalizzati ha molto a che fare con il progressivo appannamento nel tempo delle capacità di auto-regolazione dell’organismo. Ne parlò Weston Price negli anni trenta e ne ha parlato ancora con dimostrazioni molto precise George Meinig nel suo “Root canal Coverup” (1985).
Il dente devitalizzato richiede un bozzolo di contenimento che tiene impegnate ogni giorno grosse aliquote di capacità operativa, la RAM del sistema biologico, il sistema di regolazione di base.
Se uno non sta bene ed è vittima di malattie pesanti, significa automaticamente che il bozzolo di contenimento non sarà buono abbastanza per contenere le tossine prodotte nel dente dagli organismi anaerobici della putrefazione della polpa.
Da questo ragionamento segue la conclusione, che ha dato molte soddisfazioni agli autori sopra menzionati che si sono occupati della tossicità dei denti devitalizzati, che nel caso di persone con un disturbi pesanti e incurabili non ci sono praticamente dubbi che bisogna rimuovere il dente devitalizzato, qualsiasi sia, perché dopo il suo allontanamento il sistema di regolazione riprende miracolosamente a funzionare.
Numerosi autori cioè hanno dimostrato che i denti devitalizzati agiscono come la zavorra più grossa sul sistema di regolazione.
Grazie a Youtube sono disponibili anche in italiano filmati che spiegano l’enorme effetto terapeutico della rimozione dei denti devitalizzati in persone precedentemente affette da patologie croniche degenerative di tutti i tipi.
Per es. qui: