domenica 24 novembre 2013

Un’autentica rivoluzione è necessaria.

Dal dodicesimo secolo fino all’inizio del quattordicesimo secolo,
l’Ordine dei Templari, presente in gran parte d’Europa, diventò il
banchiere dei potenti. Contribuì a finanziare varie crociate. All’inizio
del quattordicesimo secolo, era diventato il principale creditore del re
di Francia Filippo il Bello. Di fronte al debito che gravava sulle sue
risorse, Filippo il Bello si liberò dei suoi creditori e del suo debito,
demonizzando l’Ordine dei Templari accusandolo di molteplici crimini
(2). L’Ordine fu proibito, i suoi capi giustiziati e i suoi beni confiscati.
All’Ordine dei Templari mancava uno stato e un territorio per
affrontare il re di Francia. Il suo esercito, (15000 uomini di cui 1500
cavalieri), il suo patrimonio e i suoi crediti con i dirigenti non lo
protessero dalla potenza di uno stato deciso ad eliminare i suoi
creditori.


Nella stessa epoca (XV e XVI secolo), i banchieri veneziano finanziavano
anche loro le crociate e prestavano soldi ai potenti d’Europa, però si mossero
molto più abilmente rispetto all’Ordine dei Templari. A Venezia, si
appropriarono della testa dello Stato, dandogli forma di una
repubblica. Finanziarono la trasformazione di Venezia, città-stato, in un
vero impero che comprendeva Cipro, Eubea (Negroponte) e Creta.
Adottarono una strategia inarrestabile per arricchirsi in maniera
duratura e assicurare il rimborso dei loro crediti: furono loro a decidere
di far indebitare lo stato veneziano con le banche che possedevano.
I termini dei contratti di prestito furono definiti da loro stessi dato che erano
allo stesso tempo proprietari delle banche e dirigenti dello Stato.

Mentre Filippo il Bello, aveva interesse a liberarsi fisicamente dei suoi
creditori per liberarsi dal peso del debito, lo stato veneziano pagava fino
all’ultima moneta il debito ai banchieri. Questi ultimi ebbero d’altro canto,
l’idea di creare dei titoli del debito pubblico che potevano circolare da una
banca all’altra.
I mercati finanziari cominciavano a nascere. (3) Questo tipo di prestito
è il precursore della forma principale di indebitamento degli stati così come
si conosce nel XXI secolo.

Sette secoli dopo dello schiacciamento dell’Ordine dei Templari da parte di
Filippo il Bello, oggi i banchieri d’Europa, come i loro predecessori
genovesi e veneziani, non devono essere inquieti verso i governi attuali.

Gli stati nazionali e il protostato che è l’Unione Europea di oggi sono forse
più complessi e sofisticati che le repubbliche di Venezia (o di Genova) dei
secoli dal XIII al XVI, però sono con la stessa crudeltà, gli organi che
esercitano il potere della classe dominante, l’1% opposto al 99%. Mario
Draghi, vecchio rappresentante della Goldman Sachs in Europa, dirige la
Banca Centrale Europea. I banchieri privati hanno collocato i propri
rappresentanti o i propri alleati nei posti chiave dei governi e
delle amministrazioni. I membri della Commissione Europea sono molto
attenti a difendere gli interessi della finanza privata, e il lavoro di lobby
che le banche esercitano su parlamentari, regolatori e magistrati europei
è di un’efficacia temibile.

Che un gruppo di grandi banche capitaliste occupi il primo piano in questi
ultimi anni, non deve nascondere il ruolo delle grandi imprese private
dell’industria e del commercio, che usano e abusano della loro vicinanza
alle strutture dello stato in una maniera abile come quella dei
banchieri. L’interconnessione inestricabile tra stati, governi, banche,
imprese industriali e commerciali e i grandi gruppi privati di
comunicazione costituiscono da un lato una delle caratteristiche del
capitalismo, tanto adesso come nelle epoche precedenti.Effettivamente,
dalla vittoria del capitalismo come modo di produzione e come formazione
sociale dominante, il potere è esercitato dai rappresentanti dei grandi
gruppi privati e dai loro alleati.


Dal punto di vista storico, il New Deal cominciato dal presidente Roosevelt nel
1933 e i 30 anni successivi alla seconda guerra mondiale, sembrano una
parentesi durante la quale la classe dominante dovette fare delle
concessioni, ovviamente limitate però reali, alle classi popolari. I grandi
padroni dovettero nascondere un po’ il loro potere sullo stato. Con il
neoliberismo iniziato alla fine degli anni ’70, abbandonarono la discrezione.
Gli anni ’80 mettono in risalto una classe dominante completamente
disinibita che assume e proclama con cinismo la via per la vittoria e lo
sfruttamento generalizzato dei popoli e della natura. La frase, tristemente
celebre di Margaret Thatcher, “There is no alternative” definisce ancora
oggi il panorama politico, economico e sociale, attraverso gli attacchi
violenti ai diritti e alle conquiste sociali. Mario Draghi, Angela Merkel,
Silvio Berlusconi (gran patron italiano), José Manuel Barroso appaiono come
figura emblematiche per la prosecuzione del progetto thatcheriano.
La complicità attiva dei governi socialisti (da Schroeder a Hollande, passando
per Tony Blair, Gordon Brown, Papandreu, Zapatero, Socrates, Letta,
Di Rupo e molti altri) mostra fino a che punto si sono inseriti nella
logica capitalista, fino a che punto formano parte del sistema così come
Barack Obama dall’altra parte dell’Atlantico. Come affermava il multi
milionario americano Warren Buffet, “è una guerra di classe, ed è la mia
che sta vincendo”.

Il sistema del debito pubblico così come funziona nel capitalismo costituisce
un meccanismo di trasferimento di ricchezza prodotta dal popolo verso la
classe capitalista. Questo meccanismo si è rinforzato con la crisi iniziata nel
2007-2008, poiché le perdite e i debiti delle banche sono stati trasformati in
debito pubblico. A grande scala, i governi hanno socializzato le perdite delle
banche in modo da permettergli di continuare a fare beneficienza tra i
proprietari capitalisti.

I governi sono direttamente in combutta con le grandi banche e mettono al
loro servizio i poteri e le casse pubbliche. C’è un viavai permanente tra le
grandi banche e i governanti. Il numero dei ministri delle finanze e
dell’economia, o di primi ministri, che arrivano direttamente dalle grandi
banche o che si dirigono verso di esse quando abbandonano il governo,
non smette di aumentare dal 2008. Il ruolo delle banche è troppo importante
per essere lasciato al settore privato, è necessario socializzare il settore
bancario e collocarlo sotto il controllo pubblico ( degli stipendiati dalle banche,
dei clienti, delle associazioni e dei rappresentanti del governo locale), dunque
deve essere sottomesso alle regole di un servizio pubblico (4), e i guadagni
che le sue attività generano devono essere usate per il bene comune.

Il debito pubblico contratto per salvare le banche è in definitiva illegittima e
deve essere ripudiata. Un’assemblea deve determinare gli altri debiti illegittimi
e/o illegali e permettere una mobilitazione in modo che
un’alternativa anticapitalista possa prendere forma.
La socializzazione delle banche e l’annullamento/ripudio dei debiti
illegittimi devono essere scritti in un programma più ampio (5).

Come durante la repubblica di Venezia, oggi nell’Unione Europea e nella
maggior parte dei paesi più industrializzati del pianeta, lo stato è in osmosi
con la grande banca privata e paga senza protestare ,il debito pubblico.
Il non pagamento del debito pubblico illegittimo, la socializzazione delle
banche così come altri misure vitali saranno il risultato dell’irruzione del
popolo come attore nella sua propria storia. Si tratta di mettere in piedi un
governo così fedele agli oppressi come i governi della Merkel e di Hollande lo
sono alle grandi imprese private. Un tale governo del popolo dovrà fare
delle incursioni nella sacrosanta grande proprietà privata per sviluppare i
beni comuni sempre rispettando la natura e i suoi limiti. Questo governo
dovrà anche realizzare una rottura radicale con lo stato capitalista e sradicare
tutte le forme di oppressione. Un’autentica rivoluzione è necessaria.