mercoledì 23 novembre 2016

i social hanno ucciso la socialità

Non sei stufo di vivere una vita finta in un mondo finto?Davvero non sei ancora stufo di questo mondo finto?

Con quale arroganza ci definiamo civili e ci crediamo la razza migliore? Ma le hai viste le nostre città? Le hai mai osservate bene? Hai visto come vivono ammassati i tuoi simili?
Quanti anni di lavoro devono svolgere per pagarsi un buco di cemento tra altre centinaia di buchi uguali?


E la gente l'hai vista bene?

Si, proprio quella che quando la incontri per strada, al bar o al lavoro è sempre sorridente e fiera di se, ma che dentro è afflitta da un vuoto profondo proprio come te, e quel vuoto non lo si potrà mai colmare con l'ultimo modello di Iphone, con il vestitino firmato e i 300 like sulle proprie foto, no perché quel vuoto che molti percepiscono è un vuoto esistenziale causato dal vivere una vita finta in un mondo finto.

Nessuno è più se stesso, nessuno può essere più se stesso, altrimenti nell'era dei social e delle notizie in tempo reale, scatta la derisione sociale, ma te lo immagini un ragazzo che oggi decide di fare una dichiarazione d'amore ad una ragazza portandole un mazzo di rose a scuola? Pensa a tutti quei telefonini pronti a riprendere la scena e pensa alla vergogna infinita che lui proverebbe se lei rifiutasse davanti a tutto il mondo quei fiori, in breve diverrebbe lo zerbino del web, come spesso accade oggi sotto altri esempi ed altre storie,

Questa doveva essere l'era della comunicazione globale e invece l'abbiamo trasformata nell'era del degrado, del superficialismo e del narcisimo ossessivo.

Oggi viviamo di consensi e di amore per se stessi, ogni foto sembra avere lo scopo di mettere in evidenza il nostro corpo, accompagnata, non si sa perché, da frasi filosofiche che nulla centrano con tette, culi e rossetti, e che, cosa ancora più tragica, vengono postate senza mai citarne l'autore originale, prendendosi ingiustamente anche i meriti di tale pensiero.

Non è questo un mondo finto?

I social erano nati per "cuccare" dicevano, perchè permettono di conoscere potenzialmente molti più parten rispetto a 10 anni fa, ma non è così. Da parte maschile posso dire che le ragazze dall'era dei social sono diventate sempre più maleducate, tanto da dimostrarsi spesso disinteressate anche solo ad iniziare una conversazione, a rispondere ad un banale "ciao".

Gli anni 90 per fortuna erano diversi, quando uscirono i primi telefonini che facevano le foto (con qualità davvero pessime), avevamo a disposizione solo le vacanze di Natale e quelle estive per messaggiare gratis, e gli sms erano limitati, 100 al giorno se non sbaglio, allora non si sprecava un messaggio per inserire soltanto una parola, si doveva ingegnarsi di scrivere cose brevi ma sensate e ricordo che a quei tempi si usava scambiarsi i numeri tra amici e si finiva così a messaggiare giornate intere con persone che non si conoscevano, in un certo senso, c'era molta più socialità di adesso, pur con molta meno tecnologia.


La sera si passeggiava con gli amici per le vie del paese, si incontravano giovani coppie innamorate sedute sulle panchine e compagnie di amici tutte in motorino, i bar erano sempre pieni e si passeggiava anche sotto la pioggia pur di far quattro chiacchiere...

Oggi invece quel che interessa è sentirsi socialmente accettati da una società di per se in overdose di ignoranza. Nessuno osa più essere se stesso per non essere etichettato come "strambo"o "matto".

Possiamo dire che i social hanno ucciso la socialità, anche se la colpa infondo è sempre e solo nostra, abbiamo permesso alla tecnologia di seccare i nostri cuori.

Siamo gente senz'anima che studiamo per diventare qualcuno, invece che per migliorare le condizioni del prossimo, lavoriamo come muli e invece di sognare un altro stile di vita, più semplice, meno stressante e più felice, ci concentriamo solo al come spendere il nostro prossimo stipendio.

Nei nostri cieli inquinati non si vedono più le stelle, e noi con la testa sempre rivolta verso il basso in quel cazzo di schermo luminoso a stento ce ne siamo accorti.

La nostra terra è avvelenata di pesticidi, fertilizzanti chimici, dell'immondizia che negli anni è stata sepolta, ma anche questo non sembra interessarci e anzi chi ne parla viene definito un paranoico che si preoccupa di tutto.

La tv ci trasmette pubblicità di macchine nuove, di vestiti e di vacanze dispendiose e noi siamo disposti ad accettare lavori indignitosi, a farci trattare come cani pur di poterci permettere quella vacanza o quella macchina, e perché?

Solo per fare colpo sugli altri, per poter dire al mondo "guardate, sono a Parigi o a New York".
Perché quindi dico che siamo persone finte in un mondo finto?

Perché non abbiamo più radici, non sappiamo chi siamo ne perché siamo qui, a dire il vero non c'è ne frega un cazzo neppure di rispondere a queste domande poiché siamo ormai solo dei contenitori vuoti, progettati per sgobbare dal lunedì al venerdì e per distruggersi di alcool una volta la settimana nei locali, esibendo i nostri corpi e i nostri beni materiali.

Il prossimo passo? Scontato direi...diverremmo i primi robot di carne della storia dell'umanità.

Daniele Reale

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