Così un responsabile di Facile.it ha spiegato il trend a “Il Giornale”: “Piuttosto che rinunciare alla vacanza tanto desiderata, gli italiani fanno in modo che questa pesi il meno possibile sulle finanze familiari, dilazionandone il pagamento in periodi anche piuttosto lunghi. La durata media dei piani di restituzione dei prestiti, ad esempio, è di circa quattro anni”. Lo studio ha anche analizzato il profilo di chi chiede un finanziamento legato alle ferie: in media il richiedente ha 42 anni, nel 72% dei casi è uomo e, nel 76%, ha un lavoro a tempo indeterminato presso un’azienda privata. Inoltre, addirittura l’11% delle domande è firmata da un pensionato: con ogni probabilità, l’unico in famiglia con un’entrata sicura da dare in garanzia per ottenere un prestito da girare a figli o nipoti, almeno loro possono andare in ferie.Ora, ognuno dei suoi soldi e della sua vita fa ciò che vuole. Resta un fatto: finché ci si atteggerà a grandi rivoluzionari durante l’anno ma, approssimandosi ferie estive o natalizie, si torna unicamente consumatore pronto a tutto pur di postare un filmino su Facebook o una fotografia su Instagram, poi non ci si può lamentare dei tassi usurai delle banche, dell’inculata che sono le revolving, delle finanziarie che compaiono come funghi, dell’abuso di credito al consumo e carte di credito che sta trasformando gli italiani, risparmiatori da competizione, in americani, un popolo che vive e muore a debito. In una parola, non ci si può lamentare dello status quo, se appena intravediamo l’idea di mettere in valigia il costume, i propositi di rivolta lasciano spazio a un firma che ci vincolerà a un istituto e alle sua condizioni – mutabili – per i prossimi quattro anni.
Tramutandoci in schiavi, perché non serve scomodare la battuta di “Fight Club” – in base alla quale le cose che possiedi, prima o poi ti possiedono (soprattutto i debiti) -, per capire che più ti rendi economicamente dipendente da soggetti, siano essi banche o finanziarie, che campano su interessi e commissioni, clausole e tasse di apertura pratica, più ti stai tagliando i coglioni da solo. Capisco che questo sia sport nazionale in Italia, però sarebbe il caso di emanciparsi dall’autolesionismo sociale e chiederci in quella meccanismo infernale ci stiamo andando a infilare, per una settimana di ferie. Perché sottostando ai diktat della vita social e delle ferie come diritto sancito dall’ONU dell’edonismo imperante, stiamo facendo un regalo al nuovo modello che vogliono insediare: austerity sociale sempre più spinta ma alleviata dal contentino a debito, così non ti senti povero. E non ti incazzi davvero.
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